sabato 1 novembre 2014

Zucche, barboni e gonne da uomo




ELUVEITIE – ARKONA – SKALMOLD
31 ottobre 2014
New Age (Treviso)

Pagan metal per festeggiare Ognissanti (per chi vuol bene a Gesù), Samhain (per chi preferisce il tradizionalismo estremo) o Halloween (per chi guarda troppa televisione). Locale gremito da chi non è riuscito a prenotare a Lucca Comics e ripiega sul New Age. Paganesimo da serie tv con un pizzico di Dungeons & Dragons: trionfo di barbe incolte, kilt, grassi obesi contro magri anoressici, acne giovanile e scarsissima cura per le ascelle... se tiri un dado da 20 (terminologia da giochi di ruolo: chi sa, sa) in mezzo al pubblico, come minimo si ferma tutto, festa-musica-pogo-bevute. Sorprende la nutrita presenza femminile: ci sarà anche una spiegazione sociologica, ma chiedo l'aiuto dei lettori.
Più carnevalata che celebrazione delle ancestrali tradizioni europee, ma alla fine è soprattutto musica e ci si diverte alla grandissima, con pubblico partecipe e band in gran forma, in una notte che da un capannone della Val Padana ci proietta verso oscure lande del Nord (anche se pure da noi ci son tradizioni immense, ma quanti stasera conoscono la storia della strega Cheche? Questa ve la racconto solo di persona e a pagamento).

SKALMOLD
Gli islandesi hanno qualche problema di look, il batterista pesta a petto nudo con pitture di guerra (come uno dei chitarristi, che però sembra più un senzatetto), ma gli altri preferiscono lo stile “universitario nerd”. In ogni caso, hanno gli stessi abiti che sfoggiano nel DVD, il che porta a due conclusioni: o sono poveri o vogliono dare sicurezze allo spettatore. Ricordo altresì che il Manuale del Perfetto Vichingo prevede sul palco elmi e spadoni, non occhiali da Museo Guggenheim. Musicalmente ok e il meglio si sente nelle parti corali, mentre i suoni impastati non rendono la profondità degli arrangiamenti, ma è un problema di tutta la serata. Un plauso al bassista barbone, che scorrazza per il locale senza un perché e, quando avvicinato dai fan, si caga addosso di paura e diffidenza: o è tipico degli islandesi, oppure gli avranno detto che in Italia i Metallari son dediti al taccheggio.

ARKONA
Emersi da qualche foresta nel cuore della Russia, gli Arkona si presentano in abiti tradizionali del medioevo slavo e assaltano il locale col loro pagan metal + cornamuse e flauti suonati dal solito polistrumentista a cottimo che ogni band del genere deve portarsi dietro sennò il paganesimo va a farsi benedire. La cantante Masha è parecchio scarsa nelle voci pulite, ma compensa con un growl ferale e l'ormai leggendario pellicciotto delle Sorelle Ramonda, inoltre si agita come posseduta dallo spirito di Perun (grazie esami universitari di Storia dei Paesi Slavi). Gli altri membri sfoggiano delicati lineamenti da tagliagole: sarà che i russi mori con capelli e barbaccia sembrano sempre Rasputin (o dei preti ortodossi), ma incontrarli nei vicoli non è raccomandabile. Occhio che il bassista sembra il fratello brutto di Hell Hofer dei Bullet (il fratello chiuso in soffitta perché la famiglia si vergogna). Suoni difficili da decifrare: o senti le chitarre o senti gli strumenti folk, batteria e voce per forza ci devono essere, il basso come sempre non serve.

ELUVEITIE
Gli svizzeri sono ormai roba grossa: tour da headliner, riempiono i locali, possono anche permettersi di non indossare armature e di vestirsi un po' fighetti. Il cantante ha i rasta da punkabbestia, ma rispetto a qualche anno fa noto che s'è comprato le scarpe nuove (nel 2007 girava con le infradito rotte), il che denota un aumento degli introiti del gruppo. Ma qualcosa non torna: gli Eluveitie sono tutti magri... come la mettiamo con la tradizione pagan metal di avere almeno un obeso nella band? Male, malissimo. Suggerisco di licenziare almeno un chitarrista e provvedere a far ingrassare l'altro. Un po' troppo innocui, con tanto di donne minute e sorridenti che suonano violino e ghironda: più una cooperativa di menestrelli che un'orda barbarica.
Ogni tanto sembra infatti di essere alla Sagra dell'Emmental, soprattutto quando le chitarre spariscono (causa letargia del fonico) e si viene travolti da violini, tastiere, ghironde, pifferi-zufoli-flauti. Per fortuna c'è un troll alla batteria, che pesta come un Nibelungo e sfoggia una barbaccia paganissima. Gli Eluveitie, per loro fortuna, compongono gran bei pezzi, il pubblico è esaltatissimo e parecchio sbronzo. Momento-disagio quando il cantante richiede il wall of death e poi (causa chitarre a volume inesistente) parte con una marcetta degna dei Tre Porcellini, al punto che il wall of death si chiude con una lentezza da ospizio e il pogo s'interrompe in 4 secondi.
Sulle note della superhit “Inis Mona” si chiude lo show, col pubblico che ormai fa pattinaggio sul pavimento inondato da litri di birra e sudore. Poi parte la festa di Halloween per il pubblico più standard, ma preferisco allontanarmi nella notte col mio cocchio trainato da caproni.

I Ringraziamenti:
- a Lorenzo Vettorello di Notturno Metal, che con il sapiente uso di corruzione e rapimenti di familiari mi ha introdotto al New Age per stilare questo report;
- a Nicola Casarin, a causa del quale ho i Nibelunghi in testa da stamattina;
- a Alex Torchia, l'Oscar Wilde di Maerne;
- a tutti coloro che leggeranno il report e ci crederanno ;)

5 commenti:

AF ha detto...

Sempre scritti con stile e ironia... impeccabili!

Giampiero Novello ha detto...

E impossibile da denunciare alle autorità!

Anonimo ha detto...

Purtruppo la possibilità che internet da a tutti noi di poter scrivere fa si che anche gli ignoranti e chi non ha nulla da dire si improvvisino scrittori e recensori. Questa dovrebbe essere una recensione di un concerto? Hai parlato quasi sempre dell'aspetto fisico dei musicisti, il tutto infarcito da luoghi comuni e metafore che suonano tanto bene ma non dicono assolutamente nulla. Quelle poche volte che parli di musica rimpiango quando ti limitavi a fare il fashion blogger perchè quello che dici non ha senso. La cantante degli Arkona scarsa? quello che tu pensi sia stonare, in gergo musicale si chiama usare una scala tonale diversa dal classico maggiore. Io non so che concerto tu abbia visto ma il fatto che tu abbia una tastiera e un pc non vuol dire che tu debba per forza parlare di argomenti che non conosci. O peggio ancora, fai una recensione di un concerto e parli di tutto fuorchè di musica e di musicisti.

Giampiero Novello ha detto...

Ciao Anonimo!
Apprezzo le critiche, ma sei sicuro di aver capito lo spirito del blog?

Mattia Bernardi ha detto...

Sono solito leggere in silenzio e quelle poche volte che commento, lo faccio con nickname casuali. Sta volta commento con il mio nome perché tu, Anonimo, abbia una faccia da attribuirmi. La mia opinione è che il tuo commento, se pur legittimo, sia patetico, in primo luogo perché dai dell'ignorante a qualcuno nello stesso post in cui fai trasparire la tua scarsità grammaticale, (oltre a confusione nella definizione delle figure retoriche). In secondo luogo perché è evidente che la tua natura rosicona non ti ha permesso di comprendere lo stile e lo spirito del blog. Se ti fermassi a leggere e riflettere un po' di più prima di commentare capiresti la figura rosicona che hai fatto.
Chapeau a Waylander che non si cura di un commento inutile.
Pace e bene.